La Dorona di Venezia

La storia del vitigno della Laguna Veneziana

Tutti conosciamo Venezia, città unica al mondo, famosa soprattutto per la sua architettura caratterizzata da canali e ponti, per il carnevale e per il Festival del Cinema. In pochi però sanno che la città ha anche una storia vitivinicola.

La viticoltura è infatti presente in Laguna da oltre 2500 anni e recenti studi hanno confermato che, fino al 1100 circa, la famosissima Piazza San Marco era un grande giardino con orti, frutteti e vigneti.  Le isole sono sempre state coltivate al fine di garantire l’autosufficienza della città e, proprio per questo motivo, venivano sfruttate anche le piazze (è da questa tradizione che sono state definite Campo).

Ma qual era il vitigno capace di adattarsi ad una città costruita sull’acqua?  La Dorona! Si tratta di un vitigno autoctono a bacca bianca appartenente alla famiglia della Garganega che, nei secoli, si è adattato ai terreni intrisi d’acqua salata, tipici delle isole lagunari.

Il vitigno andò perduto con la famosa alluvione del 1966 quando l’acqua alta ricoprì quasi la totalità dei vigneti della città.

Soltanto recentemente, nel 2002, un produttore di Valdobbiadene (Giancarlo Bisol), ritrovò in un giardino sull’Isola di Torcello alcune barbatelle della Dorona di Venezia e decise, nel 2007 di prendere in affitto la tenuta di Mazzorbo (Burano) al fine di riavviarne la coltivazione in un clos, un vigneto circondato da mura medievali e con un campanile all’interno.

Nasce quindi Venissa che, nel 2010 produce 4880 bottiglie riportando la Dorona di Venezia allo splendore dei tempi dei Dogi.

Wine&Style consiglia… 

VENISSA BIANCO 2017

Gradazione: 13%

Temperatura di servizio: 10-12°

Tipologia: dorona di Venezia

Abbinamenti: piatti delicati, pesce e crostacei

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